Per chi non lo conosce, sara una rivelazione, per chi invece lo ha gia sentito, un’occasione per immergersi di nuovo nelle sonorita medievali rievocate dall’arpa celtica, dalla chitarra rinascimentale e dalla voce. Il protagonista e Valerio Mauro che domani sara ospite in via Oberdan al Teatro delle Arti di Mantova con “Rinascita, omaggio alle Arti”. La performance sara condotta insieme a Elisa Goldoni (accordeon, voce ed effetti sonori) e Gianmarco Mauro (basso elettrico e chitarra a 12 corde). Nato in Austria e formatosi coi maestri William Clemens, dell’Accademia di Manchester, e Christof Thomas, della scuola germanica, Valerio Mauro e compositore, poeta, musico versatile e creativo. Dodici gli strumenti che suona abitualmente tra cui l’arpa irlandese bardica e gotica, salterio, dulcimer, cetra, chitarra moderna e rinascimentale, flauti con varie tecniche e armonica; dal sanscrito, al latino fino anche all’antico fiammingo sono le lingue in cui Valerio capita che scriva e interpreti i testi delle sue canzoni. Il mondo suggestivo che ne deriva e una fusione tra celtico, mediterraneo, e il piu intimo oriente. Lo spettacolo e alle 21,30 ma il teatro aprira al pubblico gia dalle 20,30. – A cura di Elena CaraccioloVive nel mantovano a San Benedetto Po, ma nasce a Linz in Austria, in un ambiente familiare molto stimolante. La madre e pianista e il padre medico, ma sara fra le montagne dell’Alto Adige che vivra la sua infanzia. E’ positivamente influenzato da questi luoghi suggestivi, dove la neve, componente paesaggistica malinconica, e fonte di grande ispirazione, come tutti gli elementi naturali. Da sempre dedito alla musica, considerato un enfant prodige se si pensa che a soli sette anni compone brani per pianoforte. Dagli anni Ottanta inizia ad eseguire musiche dell’antico repertorio celtico facendosi apprezzare come compositore poliedrico e creativo poeta, suonando dodici strumenti musicali diversi. – Si ritiene un fattorino della musica: “Chi ha il dono della musica, deve considerarsi un portavoce, un messaggero, un tramite che comunica alla gente, nient’altro che con quello che gli e stato affidato. Dalla visione del mondo si elabora il pensiero, la poesia. La poesia puo essere tradotta in note come in parola. La musica e una grande “medicina”, perche al mondo e un continuo superare barriere di spine, giorno dopo giorno per tutti noi, per cui e molto salutare”. Occhiali tondi, un paio di baffi fini neri e vestito di lino bianco con camicia di tradizione indiana, Valerio sa condurre l’ascoltatore in un magico momento, utilizzando la voce che si mescola al suono armonioso dell’arpa celtica, di modello irlandese del 1830. “Questa musica dell’anima trasmette purezza che eleva e appaga, e tocca in profondita. Chi l’ascolta puo trattenerla con se una sera, un giorno, una vita”.
– A cura di Cristiana Zerbini
– A cura di Federica Lonati
“Ho imparato a guardare il cielo stellato e mi si è aperto un mondo”
Quanti, in tutto?
Dodici, ma l’unico strumento veramente importante, per me è la voce. Tutti sono in realtà pretesti per poter comunicare emozioni e positività.
E quando ha avuto inizio questa meraviglia?
Il caso mi ha voluto concedere una madre pianista. Fu lei che scoprì che ero già in grado, a soli quattro anni, di elaborare e comporre le mie prime armonie.
Quasi come Mozart.
Non esageriamo. Mi considero un artigiano, un artigiano della musica.
Già, la musica. Come la definirebbe, la sua?
Le etichette credo siano fortemente limitative. A questa domanda preferirei rispondere col silenzio facendo parlare solo la musica.
E cosa direbbe, secondo lei?
Di lasciarsi andare, respirarla. Direbbe anche di non porsi tante domande, perché è il respiro già risposta.
La sua maggiore soddisfazione?
Vedere la gente, dopo ogni concerto, andare via sintonizzata, positiva e serena con se stessa.
E la delusione più grande?
Sapere che così facilmente e rapidamente si torna fagocitati dall’estenuante vortice in cui sta vivendo l’intera umanità.
Sua madre probabilmente si aspettava un nuovo Chopin: chi le ha messo invece l’arpa in mano?
L’arpa è stata una mia scelta, un’attrazione fin da bambino. L’assimilazione poi dell’ammaliante stile celtico è dovuto ad un pregevole incontro che ebbi nei primi anni ’80 durante il mio più lungo viaggio durato anni, in cerca di nuovi spazi, soprattutto mentali. Si chiamava Christof Thomas, di West Berlino. Suonava il violino, quel particolare violino, il fiddle, tipico in Irlanda, che ha contribuito alla diffusione della musica di quelle terre.
Cosa le ha insegnato?
Suonando, a guardare il cielo stellato. L’ho guardato davvero. E mi si è aperto un mondo.
Ho parlato con alcune persone che mi hanno detto di aver ascoltato il suo cd “Riflessi sull’Acqua”. E di esserne rimasti piacevolmente sorpresi.
Ah sì? E mi tolga una curiosità, quale brano è stato più apprezzato da queste persone?
“Riflessi sull’Acqua”, in cui lei fa parlare la luna.
Certo è molto suggestivo.
Collabora ancora con quel violinista tedesco?
Ci siamo salutati poeticamente, tanti anni fa. Lui, dalla nave che si allontanava sempre più, suonava il suo violino e io, dal molo, gli rispondevo con la mia chitarra fra gli applausi della gente giù al porto. Finché la nave è diventata piccola ed è scomparsa all’orizzonte.
Vi siete più rivisti?
Mai più. A volte, prima di un concerto mi appare alla memoria e mi sorride.
(“Il Verona” 5 Ottobre 2006 giornalista: Pucci Davoli)
Oggi alle 21.15 nella cornice del chiostro di San Giorgio in Braida per la rassegna «Incontri di una sera d’estate», quarto appuntamento con «Litora Mentis» di Valerio Mauro. Il concerto, dal titolo già di per sé significativo, è ricavato anche dai quattro anni di colonne sonore che l’artista, austriaco di nascita, ma ormai veronese d’adozione, ha composto per il Teatro Scientifico ~ Teatro Laboratorio, con cui da anni collabora. Alcuni canti sono espressi in antiche lingue come ad esempio la lingua latina e l’antica lingua fiamminga. Questo menestrello contemporaneo, entfant prodige se si pensa che a sette anni già componeva brani per pianoforte, già dagli anni ´80 ha fatto amare al pubblico musiche dell´antico repertorio celtico, quando solo una ristretta élite conosceva questa musica. Il mondo suggestivo che Valerio sa ricreare nasce da una fusione tra celtico, mediterraneo, in alcuni momenti orientaleggiante, è giocato su di una ricca gamma di preziosità sonore, ma resta privo di superflue leziosità. Collaborano al concerto artisti già noti nel panorama musicale veronese e non solo: Enrico Reffato (flicorno, tromba), Massimo Rubolotta (multipercussioni), Gianmarco Mauro (basso), Corrado Slemer (chitarra classica), Matteo Favalli (tastiere), Denis Cavallini (corno francese), Silvana Manfrini (vocalist), Giovanni Ferro (chitarra semiacustica), Roberto Bonomi (flauto traverso, ottavino), Oscar D’Offria (armonica), oltre naturalmente a Valerio Mauro (voce, arpa, celtica, chitarra, bansoori, bombarda). Enrico Reffato, reduce dal grave incidente di un anno fa che gli ha procurato un coma profondo per due mesi, ritorna con questo concerto sulla scena veronese. Tecnico luci Fabiana Mantovanelli. Tecnici del suono White Noise Studio.
Stasera nel Chiostro di San Giorgio in Braida, alle 21.15, per la rassegna «Incontri di una sera d’estate», il Teatro Scientifico in collaborazione con l’Anlaids, sezione Veneto, propone il sesto appuntamento con «Riflessi sull’acqua», un concerto di Valerio Mauro con la sua arpa celtica. Valerio Mauro, nativo di Linz, ha attualmente la sua base a Verona. Da sempre dedito alla musica, entfant prodige se si pensa che a sette anni già componeva brani per pianoforte, vissuto in un ambiente familiare ricco di stimoli (la madre pianista lo ha avviato alla musica all’età di quattro anni), si è formato col maestro William Clemens all’Accademia Musicale di Manchester prima e alla scuola Germanica del maestro Christof Thomas poi. È anche cantante e artista figurativo e plastico. Già dagli anni ’80, quando la musica celtica in Italia era conosciuta solo in una ristretta élite, ha cominciato ad eseguire musiche dell’antico repertorio celtico e si è fatto apprezzare anche come compositore, poeta, musico versatile e creativo (suona dodici strumenti musicali). La caratteristica della sua musica (una fusione tra celtico, mediterraneo, in alcuni momenti orientaleggiante, alcuni testi sono cantati in antico sanscrito), pur giocata su una ricca gamma di preziosità sonore, sta nel linguaggio semplice e spontaneo, privo di angolosità e di superflue leziosità, che trasmette un clima sereno e gioiosamente vitale. Ha tenuto vari concerti e ha da poco realizzato un CD intitolato «Spiagge della mente». Con «Riflessi sull’acqua» Valerio Mauro si propone al pubblico veronese con vari brani contenuti nel nuovo cd che porta il titolo omonimo. Nel corso del concerto canterà, suonerà l’arpa celtica di modello irlandese «John Egan» e si accompagnerà con vari altri strumenti (chitarra, bansoori, flauto traverso indiano). Gli saranno accanto Errico Pavese (chitarra classica), Daniele Spada (violoncello), Gianmarco Mauro (basso e chitarra), Riccardo Coelati Rama (contrabbasso), Emmanuele Zanfretta (oboe e musette francese), Dusan Davoli (multipercussioni e chitarra), Riccardo Furlato (corno francese). Tecnici del suono Alberto Martari e Martino Cona. Tecnico delle luci Nicola Fasoli. L’incasso della serata (biglietto d’ingresso £.10.000) sarà completamente devoluto all’Anlaids.* per motivi religiosi desidera che il suo nome non venga menzionato
* per motivi religiosi desidera che il suo nome non venga menzionato.